2012

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illadro92
view post Posted on 26/11/2009, 20:21







2012
di Roland Emmerich
USA 2009
158 minuti circa

Uno scienziato indiano scopre che la fine del mondo a causa di un’intensa attività solare è vicina. I potenti del mondo elaborano un piano per salvare parte della popolazione umana (una specie di nuovo m ito di Noè) in modo tale da poter ricostruire la società umana alla fine della catastrofe. Continuate a leggere per la recensione completa e il trailer. (Fonte: www.filmkit.it )

Attenzione: la recensione contiene qualche piccolo spoiler qua e là.

A volte scindere il critico dall'appassionato è difficile.
2012 è un film che mi ha messo in serio imbarazzo: da una parte rappresenta tutto ciò che di scontato c'è nei film di registi come Emmerich, dall'altra mette in mostra un luna park visivo e visionario che nessun amante del catastrofismo può ignorare. Per buona pace di chi si aspettare una stroncatura snob, dico subito che a me il film è piaciuto e che lo promuovo ben oltre il 6 politico.
Partiamo dai difetti.
Il lato "umano", ovvero i protagonisti, di 2012 è rappresentato da una serie di personaggi stereotipati che escono direttamente dalla lunga tradizione cinematografica catastrofista made in USA. Particolamente insopportabile la scelta della solita famiglia allargata americana: coppietta divorziata, lei col nuovo fidanzato (chirurgo plastico, manco a dirlo), figli di 7-13 anni dalla personalità complessa a causa dei genitori assenti (padre) o iperpresenti (madre). Anche il Presidente degli Stati Uniti ricalca fin troppo fedelmente quello di "Deep Impact", interpretato da Morgan Freeman. In questo caso si tratta però di Danny Glover, imbolsito ma in buona forma. Chiarissimo il riferimento a Obama, a cui auguro però di non essere conciato così da qui a tre anni.
Altro tasto dolente sono le gesta dei protagonisti, capaci di sopravvivere mentre attorno a loro milioni di persone muoiono letteralmente inghiottiti dalla terra che si spacca e che si scioglie (sempre letteralmente, eh!). La scena di una fuga di limousine da una Los Angeles che si sfalda a velocità supersonica sotto i loro piedi è una delle più spettacolari ma ridicole che ho mai visto al cinema e non. Capisco l'esigenza di portare fino alla fine dei 160 minuti questa famigliola americana per darci modo di vedere tutto il "contorno", ma questa volta Emmerich ha davvero esagerato con l'uso del deus ex machina. Esempio: sfrecciare con un minuscolo bimotore tra due grattacieli che si sbriciolano e portare a casa la pelle, non è tollerabile.
Detto questo...
L'impatto visivo di un film come 2012 è... devastante. Non ricordo una distruzione così capillare o totale rappresentata su pellicola. Il nostro buon regista non ci risparmia nulla e, per chi se lo chiedesse, il mondo questa volta lo distrugge per davvero. Niente eroici scienziati che alla fine rappezzano la terra con qualche boiata inventata di sana pianta. No: Emmerich è impietoso e, come il Dio del Vecchio Testamento, travolge tutto con furia disumana.
Trascendendo per un momento i flebili presupposti scientifici che innescano la Fine, devo ammettere che il progredire della devastazione ha qualcosa di ipnotico e appassionante. Si parte dalla livellazione di Los Angeles (e dell'intera California), risucchiata nelle viscere ribollenti del pianeta, in una sequenza indimenticabile che dura più di dieci minuti. Passiamo poi all'eruzione del parco di Yellowstone trasformato in un colossale vulcano che ricoprirà di lapilli e cenere nera metà degli Stati Uniti. Arriviamo alle Hawaii, trasformate per l'occasione in bolle di magma ribollenti che ricordano un scorcio di inferno dantesco. Se non vi basta, eccovi Roma e San Pietro spaccati in briciole come un uovo caduto a terra, con tanto di Papa triturato dalle pietre mentre benedice una folla spaventata (perché, si sa, gli italiani nel momento del bisogno si affidano solo alla Fede).
Il clou arriva con l'annichilimento di Washington, dapprima colpita dai fumi eruttati da Yellowstone (una scena che ricorda, e non a caso, "The day after"), e poi colpita da uno tsunami alto cinquecento metri, che scaraventa la portaerei John Kennedy direttamente sulla Casa Bianca e sulla testa del Presidente Obama (ma sì, dai, che è lui), coraggiosamente rimasto a crepare insieme ai suoi elettori.
Ecco, proprio gli tsunami concludono questo allucinante luna park, inghiottendo il mondo con delle muraglie d'acqua che sommergono qualunque cosa, arrivando (in un impulso di isteria distruttiva, credo) a rasentare la punta dell'Everest.
Insomma: qualcosa di molto vicino al godimento estatico.

Ultimo commento dedicato all'ideologia del film, se così si può definire: morale in grana grossa sui ricchi che riescono a comprarsi la salvezza coi soldi, anche se poi lo spirito di solidarietà umana riuscirà a salvare anche qualche povero operaio tibetato dalla Fine di Tutto. Strizzata d'occhio alle Scritture, con le mega-arche su cui un pugno di esseri umani (400.000, se non ricordo male) che scamperanno al nuovo diluvio universale, insieme a qualche animale, le più importanti opera d'arte di sempre, e a qualche leader dei paesi del G8, rei e allo stesso tempo meritevoli di aver costruito in gran segreto queste colossali navi durante i tre anni di preavviso prima del gran botto finale.
E dove andranno a parare questi novelli Noe? A quanto parte Capo di Buona Speranza non è stato sommerso, perciò ci sarà la possibilità di affidarsi ai notoriamente altruisti sudafricani per cercare di ricostruire la civiltà umana.
La famigliola americana allargata, che fine farà? Provate a indovinarlo un po'.

Aggiungo una postilla finale: in 2012 Berlusconi è l'unico leader mondiale, insieme a Obama, a morire inghiottito dalle viscere della terra. Non è forse un buon motivo per andare a vederlo e gustarsi la scena?
 
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